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Alieni nella giungla

Sabato 9 marzo 2019 il branco tracce nella giungla si è ritrovato in tana per una entusiasmante caccia notturna. Ecco quello che è successo raccontato dalla lupetta Guenda.
“Siamo arrivati alle 18 cioè alle sei e abbiamo giocato a roverino, saltare la corda, poi alcuni hanno giocato con il vortex. Abbiamo giocato tanto perché eravamo, o almeno io, molto contenti per la caccia notturna.
Poi sono arrivati i vecchi lupi e abbiamo fatto il grande urlo. Dopo abbiamo sentito un rumore molto acuto e ci siamo chiesti cosa era. Poi Akela voleva parlare ma noi chiacchieravamo e allora l’abbiamo fatta arrabbiare. Finalmente ci siamo zittiti, Akela ci ha detto che lei e Ferao avevano visto un disco volare nel cielo. Ci ha spiegato che bisognava giocare ad alce rossa. A me non piace ma quella volta si, adesso vi spiego perché. Bisognava dire il numero degli alieni (il disco era degli alieni) e loro ti davano una spada laser (le starlight). Però una volta presa una spada laser dovevi prenderla solo di quel colore. Alla fine io e la mia muta non ne abbiamo prese tante ma ci siamo divertiti molto. Durante la cena condivisa abbiamo fatto amicizia con gli alieni e abbiamo scoperto che due di loro erano
russi e uno cinese. Questo non vuol dire che sono proprio di quella nazionalità, ma erano atterrati prima in quel paese.
Poi nel giardino della tana abbiamo ballato la danza del fiore rosso, i lupetti che hanno portato delle prede le hanno lette e Alice ha letto il quaderno di branco. Alle nove alcuni genitori tra cui il mio papà sono arrivati con mezz’ora di anticipo e sono stati ad aspettare.
Poi li abbiamo invitati dentro al cerchio e abbiamo cantato buonanotte fratellino.
Buona caccia!”
Lupetta Guenda

L’inizio di un nuovo anno scout!

Alle quindici in punto ci siamo ritrovati presso l’istituto Scalabrini per i passaggi di reparto. Giornate soleggiate limpide e ventilate.  Subito tutte le pattuglie hanno iniziato a montare le tende in previsione della permanenza per la notte. Successivamente noi più giovani, abbiamo salutato gli esploratori del quarto anno che hanno lasciato il reparto Antares per entrare nella compagnia dei Rover. A loro ogni pattuglia ha consegnato un dono in segno di amicizia per i bei momenti passati assieme.

Al loro posto poi sono stati accolti dai capi pattuglia 8 nuovi esploratori provenienti dal branco Arcobaleno, e come di consuetudine anche per loro sono stati riservati piccoli regali di benvenuto.

Poi è arrivata l’ora di cucinare e prepararsi per la cena. La serata è stata animata da una scenetta interpretata dai capi e allietata dai popcorn che avevamo preparato in precedenza.

La notte è trascorsa tranquilla e silenziosa fino a quando alle 4 del mattino alcune voci improvvise hanno svegliato l’intero reparto. La tenda delle aquile era crollata e i capi le stavano soccorrendo!

In qualche modo è arrivato giorno, questo ci ha visto impegnati in alcune attività non prima di aver fatto una buona colazione. La prima mattina è stata occupata infatti da un quadrato dove erano presenti tutti i branchi, reparti, compagnia e clan di Bassano. In questo ritrovo molte persone hanno cambiato il proprio ruolo all’interno degli scout tra cui Giacomo che è andato al reparto Oroboro. Infine l’ultima parte della mattinata e stata dedicata al riordino del campo e al gioco. La partita a tek tra pattuglie è stata un sacco divertente!

Anche il gioco per conoscerci meglio è stato interessante perché ognuno di noi presentava i propri interessi e le proprie passioni a tutta la pattuglia.

È così che è iniziato il nostro nuovo anno scout, pieno di cose nuove, con nuovi esploratori e nuove avventure da vivere!

Estare Rover: immagina… lo senti anche tu?

Caro amico, non so chi tu sia e nemmeno se fai parte della grande famiglia degli scout, ma ti voglio raccontare la mia estate Rover, l’ultima e forse anche la più bella, perché possa anche tu viverla un po’.
È con un filo di malinconia che descrivo un viaggio finito troppo in fretta, chiudi gli occhi e immagina… La senti Despacito di sottofondo? Sì, lo so che non  è la canzone più bella del mondo, ma solo perché non hai mai sentito Bruno cantarla, ascolta… Non è meraviglioso? Poi immagina delle risate, forti e sane risate, direi quasi genuine che ci accompagnano sempre, durante il volontariato a Palermo, lungo il sentiero rovente del parco naturale dello Zingaro;  come dimenticare la cenetta alla Tavernetta del Vicoletto, perché essere sereni nelle difficoltà non è solo un principio della legge scout, è parte di noi. Percepisci la fratellanza? Con questa parola potrei descrivere tutta l’avventura perché essere fratelli non vuol dire solo volersi bene, aiutarsi a vicenda e condividere, ma anche affogarsi a mare, fare i dispetti a chi russa o farsi la doccia tutti assieme con la canna dell’acqua nel cortile. Siamo i membri della nostra tribù, che non sarà perfetta e sì, è composta da persone alquanto singolari lo ammetto, ma se riesci a viverla diventa meravigliosa.
Adesso cammina per i vicoli di Palermo, sii curioso nello scoprire questa città, ma stai attento a non farti fotografare che se no sono punti in meno nella caccia fotografica… Sei stanco? Non ti preoccupare che Carlo ha preparato un sacco di attività introspettive che ti aiuteranno a capire chi tu sia, perché lo scoutismo non é solo del tempo passato insieme a degli amici é un percorso che vivi anche dentro di te.. non prendere sonno, se no non funziona!
Adesso è giunto il momento che stavamo tutti aspettando.. assapori la ricotta nella cialda croccante? Si è proprio un cannolo, un cannolo di quelli buoni buoni e non le riproduzioni tarocche che mangi qui al nord, e poi? Che arancina preferisci? Le classiche al ragù, quella con melanzane e pescespada, crema di pstacchi e gamberetti o costolette in salsa barbecue? Scegli tu e poi mi racconterai…
Anna

Scrovazzerock: Vacanze di Branco d’altri tempi!

È una calda domenica di agosto, con tutto il Branco stiamo passeggiando nei boschi della Lessinia, e ci incuriosisce un avviso: “chi oltrepassa questo limite, accetta di sottoporsi ad un esperimento di retroattività temporale” … Che facciamo? Il Branco caccia unito, si prosegue!
L’esperimento ci riporta nella preistoria, e arriviamo al villaggio di Scrovazzerock, dove vivono Quarzo, Clava e Ammonite Traccestone. Yabadabadù! Indossiamo le nostre pelli e, senza perderci d’animo, nei giorni successivi costruiamo tutto quello che ci serve: un orto per l’insalata (che buona!), un pollaio per i sauri ovestri di cui ci prendiamo cura ogni giorno, i mezzi per spostarci, sul modello della Traccemobile dei nostri amici, e . E poi le meridiane per misurare il tempo, e  le catapulte per lanciare l’acqua se scoppiasse un incendio.
Ci divertiamo un sacco nei tornei di rugby primitivo e bandiera preistorica, e l’energia non ci manca: qui i cuochi sono i migliori del mondo! Ma un giorno con la posta arriva un avviso: “l’esperimento è finito, si torna nell’era moderna!”
Un grande abbraccio per l’urlo di Branco, arrivederci a dopo le vacanze 🙂
I lupetti e i vecchi lupi del Branco Tracce nella Giungla

Delle Vacanze di Branco…incantate!

In una misteriosa Città Incantata nascosta nel cuore del Giappone si trovano le spettacolari Terme degli Spiriti di Malga Scrovazze, dove quest’anno il Branco Arcobaleno ha vissuto le proprie incredibili Vacanze di Branco assieme a Cihiro, Haku e tanti altri strani e simpatici personaggi.

Assieme ad Akela, Ikki e Kaa i lupetti e le lupette hanno esplorato i boschi e i torrenti del Parco Naturale della Lessinia, dove abita il Grande Spirito del Fiume; hanno partecipato agli spettacolari Giochi delle Terme guidati dal portentoso Spirito del Ravanello, riuscendo infine a sottrarre alla strega Yu Baba il vero nome del dragone Haku, liberandolo dalla sua prigionia grazie alla forza dell’amicizia.

Le tre formidabili super-chef delle Terme – Paola, Magda e Alice – ci hanno accompagnato in questa splendida avventura, riempiendoci la pancia con le più raffinate prelibatezze del lontano Oriente.

Abbiamo riso insieme nei prati del Giardino Giocondo, fantasticato tra le fronde del Bosco degli Alberi Sognanti, camminato mano nella mano nell’impervio Sentiero Amicone, ci siamo rinfrescati nel Torrente del Coraggio e, prima di potercene accorgere, era già ora di ritornare a casa, pieni di bei ricordi e nuovi sogni da mettere nello zaino!

Chissà dove ci porterà la prossima caccia…

“Buon riposo a tutti quelli che rispettano la Legge della Giungla!”

 

“Cronache” di un Campo Invernale!

Per tutti coloro che non hanno potuto vivere la meravigliosa esperienza del campo invernale 2016 del reparto Antares, la pattuglia Pantere vuole darci un assaggio di ciò che le pattuglie hanno vissuto.

Martedì 27 dicembre siamo partiti dalla sede Fincato per poi arrivare dopo un tratto a piedi e uno in macchina all’Alpenise, in Grappa. Appena arrivati le nostre super cuoche ci hanno preparato un pranzetto che ci ha restituito tutte le forze perse durante la camminata; e… subito dopo eravamo già pronti ad iniziare la prima attività! Abbiamo fatto una partita a nascondino, che sarebbe servita a farci comprendere il tema del campo: LE CRONACHE DI NARNIA!

Dopo aver giocato, i capi ci hanno annunciato che quella sera stessa avremmo dovuto dare il massimo di noi stessi cucinando ottimi piatti per la gara di cucina. Tutte le pattuglie hanno preparato piatti squisiti ma noi e le altre componenti della pattuglia pantere abbiamo ottenuto la vittoria! Alla sera dopo aver assistito al fuoco dello staff e ammirato il cielo stellato siamo andati a letto impazienti di iniziare un’altra giornata.

Il secondo giorno i nostri capi ci hanno spiegato che avremmo partecipato ad una Attività Nazionale incentrata sul “servizio”. Vanessa, una ragazza che è stata diversi mesi in Mozambico, è venuta a raccontarci la sua esperienza di volontariato, in seguito ad ogni pattuglia è stata assegnata un’associazione e con l’aiuto di alcune informazione e a ciò che già conoscevamo, abbiamo esposto le caratteristiche dell’ente che ci era stato assegnato. Dopodiché abbiamo riflettuto sui diritti e sulle aspettative che un immigrato si aspetta nel nuovo pese. Dopo aver pranzato, abbiamo svolto un’attività sulla bomba atomica e poi abbiamo discusso sullo smantellamento delle armi nucleari impersonandoci in delle nazioni. Alla sera abbiamo fatto un gioco notturno, una specie di alce rossa in cui per ottenere i numeri dovevamo seguire una mappa.

Il giorno seguente abbiamo iniziato sin dal primo mattino a fare un’attività durata tutto il giorno, era formata da diverse prove che come dei giochi, delle scenette oppure la preparazione di un dolcetto. Solo alla sera abbiamo scoperto che tutte queste prove era ogni prova era collegata ad un articolo della legge. Alla sera il fuoco è spettato a noi pattuglie, i capi ci hanno assegnato un pezzo dell’ultima parte della storia. Finite le scenette abbiamo cantato e ci siamo goduti tutti assieme l’ultima serata al campo.

Al mattino seguente dopo aver fatto colazione abbiamo sistemato la casa e preparato gli zaini. Finito il pranzo i capi ci hanno comunicato che i vincitori erano … I GHEPPI; poco dopo ci siamo incamminati e siamo arrivati a Pove, stanchi per la camminata, felici per il campo ma allo stesso tempo tristi perché il campo fosse già finito.

Un Campo Scout inizia ben prima della partenza.

Ogni campo scout che si rispetti inizia ben prima dell’effettiva partenza. Vi dirò di più, inizia ancora prima di preparare lo zaino. Ogni campo scout che si rispetti inizia ancora prima che cominciamo a discutere il periodo, la meta, chi viene e chi no. Ma allora, quando inizia?!

Ogni campo scout che si rispetti nasce in primis nei pensieri di ogni esploratore, di ogni lupetto, di ogni rover e anche di ogni capo quando, persi nelle conversazioni, si dice “Ma quella volta, al campo del mio secondo anno…”, oppure “Ti ricordi quella volta al campo che…”, e allora lì e in quel momento inizia a prendere forma il mito del “Campo Scout”, a quella cosa lontana nei ricordi che porti dentro, sfocata e nitida al tempo stesso; non solo quello passato, ma dentro la coscienza di ognuno emerge spontaneamente il pensiero del prossimo.

Io voglio raccontarvi, dalla nascita alla fine, di questo mio ultimo Campo Invernale Rover 2017.

Se mi chiedessero di descriverlo in una sola parola sarebbe difficile. “Cos’hai portato dentro di questo campo, Clara?” Ecco, io penso che risponderei “Tutto.”

Non c’è niente che mi dimenticherò, ho impresso ricordi troppo importanti.

Lo ammetto, all’inizio son partita col dire: “Ma sono tre giorni lunghissimi, come faccio a stare isolata per così tanto tempo dal mondo, non prenderà neanche il telefono. Mi tocca passare lì il compleanno, io non ho voglia.” Io ve lo posso giurare che niente fu più sbagliato. Ma per farvi entrare nel vivo di quest’esperienza e farvi comprendere il mio elogio, devo cominciare a raccontare tutto dall’inizio.

Era una mattina fredda quella del 2 gennaio. La gente doveva ancora smaltire i cenoni delle feste e alcuni l’after del Capodanno. Facce insonnolite cominciarono a spuntare in Viale De Gasperi, in quel di Bassano Del Grappa, radunandosi tutti in piccoli gruppi, sotto un cielo apocalittico. Il bus era già lì, pronto a portare i poveri Rover della Compagnia Avalon in una remota località della zona: Lepre. All’ora della partenza, la gente cominciò a salire in bus con aria stanca.

Arrivammo diverse ore prima del pranzo, giusto il tempo di organizzare le attività. Le stanze erano fredde ma il salotto, tutto sommato, accogliente. C’erano giochi da tavolo sparsi ovunque e così ci perdemmo a fare piccole gare. Al momento del pranzo…la notizia: l’acqua non c’era. Non solo quella potabile, ma neanche l’acqua piovana. E mo’?!

Cominciammo dunque a versare intere bottiglie di acqua per lavare i piatti, le mani, i denti, mentre per quanto riguarda lo sciacquone c’era l’acqua raccolta dal pozzo lì vicino. Sembrava l’inizio di un incubo…

Proposi una passeggiata a chi aveva già finito di mangiare, così andammo in un campo a qualche minuto da lì a goderci il sole d’inverno, a vederlo sciogliere la brina dietro di noi. Correre giù per le colline in pendenza si rivelò essere esilarante: finimmo col rotolare, inciampare e ridere come bambini. A poco a poco, anche tutto il resto del gruppo ci raggiunse. In un orizzonte ricoperto di brina, ci ritrovammo a salire tutti insieme in cima a una piccola collina. Il nostro Capo Compagnia, Carlo, aveva un roverino in mano. Cos’è un roverino? Un roverino è un anello di corda attorcigliata in un modo particolare, a cui avevamo lavorato quella stessa mattina. A cosa serve un roverino? Un roverino serve a giocare a roverino. E cos’è IL roverino? Il roverino è un gioco molto simile alla pallacorda, in cui i giocatori devono lanciarsi l’anello fra loro fino ad arrivare davanti alla propria porta, sorvegliata da un immobile portiere; se nel gioco del calcio l’obiettivo è fare goal superando la difesa, nel roverino l’obiettivo è proprio l’opposto: bisogna cercare in tutti i modi di far arrivare l’anello di corda al proprio portiere. Ovviamente ha vinto la mia squadra. Ah no, dovevo dare un punto di vista oggettivo? Volevo dire, è stato davvero molto divertente!!

La sera è trascorsa con l’attività di cineforum, aperta da una discussione sul tema del razzismo. Il film che è stato scelto era “American History X”; non tutti sono rimasti impassibili davanti a questi toccanti argomenti, anzi, alcuni hanno anche versato qualche lacrima. In realtà il momento del confronto è utile perché fa vedere punti di vista anche molto diversi, su cui rimuginare. Anche quella serata passò e tutti ci coricammo nelle nostre stanze esposte al soffice tepore della stufa.

Il secondo giorno fu quello un po’ più problematico per quanto riguarda il risveglio. Il programma, infatti, prevedeva un “hike” (ovvero un’escursione) subito dopo la colazione. Non eravamo psicologicamente pronti all’inizio, ma andare fino al centro del paese a prendere del pane per poi attraversare un sentiero immerso nella natura non fu affatto male. Anzi, a un certo punto trovammo un laghetto ghiacciato che, se pur piccolo, ci ha donato molte risate: ci mettemmo infatti a pattinare e a fare scivoloni. Non sto neanche a dirvi quante foto abbiamo scattato e quanto esse fossero perlopiù imbarazzanti… But, WE L(H)IKED IT!

Tornati a casa, il pomeriggio è trascorso parlando dei programmi per il resto dell’anno (convivenza, campo estivo, San Giorgio, Giornata del pensiero…). La sera invece (sì, era già l’ultima sera), dopo un’altra attività di riflessione ma anche di rilassamento, siamo stati su un po’ di più per cantare, al suono di una chitarra, a mangiare dolci e patatine, a fare festa (ho effettivamente festeggiato così il mio compleanno!), poi chi voleva andava a dormire e chi voleva restava davanti al fuoco, a giocare a “Pindi”, “Dobble o altri giochi da tavolo. Arrivarono le tre e mezza e anche i meno stanchi si abbandonarono al sonno, nella consapevolezza che il giorno dopo sì sarebbe finita una bellissima avventura, ma che ormai le basi per altre ancora più belle erano state poste. Ora, si tratta solo di organizzarle e di...VIVERLE!!

Campagnolo Clara

Un inverno…spaziale per il Branco Tracce nella Giungla!

Il pullman è arrivato, gli zaini sono caricati, i lupetti ci sono tutti … si parte per le Vacanze di Branco invernali! Destinazione Rubbio, la nostra base sarà la casa scout gestita dall’associazione Bortolo Zonta. 

Da subito l’atmosfera è gioiosa e siamo tutti elettrizzati, soprattutto perché, dopo tanta attesa, finalmente ieri è caduta la neve. 


A Rubbio conosciamo Kylie e Lynx, due scout provenienti dal pianeta YEG 17. I nostri nuovi amici stanno ascoltando il TG Rubbio 24: una tempesta di neve galattica ha causato un black out nel pianeta Corellia, rimasto così senza viveri. Siamo scout, dobbiamo fare qualcosa! Ci mettiamo subito al lavoro e costruiamo delle navicelle spaziali, che la mattina dopo vogliamo riempire di viveri e inviare a Corellia.

Ci raggiunge anche Dario, il capo del Reparto Oroboro, e anche con lui dopo cena prepariamo un regalo per i Corelliani, per farci conoscere: una nostra uniforme con tutti i distintivi, così avranno un ricordo del Branco TnG!

Trascorriamo la notte al calduccio dei nostri sacchi a pelo, e al mattino, dopo una super colazione (pizza!) preparata dai nostri cuochi Filippo e Francesco, tutti al mercato. Si tratta di uno strano mercato: una valle innevata tutta per noi! Come si fa la spesa? Giocando sulla neve! E così camminiamo su un lago ghiacciato, e poi scendiamo da una montagna con delle slitte speciali costruite da Akela. Sulla neve si può anche rotolarsi, nuotare, e … mangiarla! 

Carichiamo le navicelle, e Kylie e Lynx partono subito per Corellia. Arrivederci a presto!

Siamo proprio soddisfatti di aver fatto questa buona azione per i Corelliani, e felici di aver trascorso queste due giornate sulla neve!
I lupetti ddl Branco Tracce nella Giungla con Akela, Baloo e Bagheera

 

Come si ottiene un Brevetto di Reparto?

Ehi, tu! Sei sicuro e pronto ad ascoltare tutto ciò che ti sveleremo?

Siamo due esploratrici della pattuglia Aquile, quest’anno il nostro Reparto Antares di Bassano del Grappa è riuscito a guadagnare un trofeo di cui è molto fiero: il Brevetto di reparto!!!

Come abbiamo fatto? Ora te lo spiegheremo.

Innanzitutto bisogna assicurarsi  che tutti gli esploratori abbiano fatto la promessa. Poi, in base alle specialità già conseguite e all’area di interesse, ogni pattuglia   sceglie  una tra le seguenti  “Specialità di Pattuglia”:

  1. Olimpionica (verde)
  2. Cooperazione scout (rosso)
  3. Tecnologia e ambiente (blu)
  4. Astuzia al campo (gialla)
    distintivo1distintivo2 distintivo3 distintivo4

 

 

Per ottenere questi distintivi è necessario che ogni componente della pattuglia consegua almeno una specialità il cui bordino sia del colore corrispondente all’area di interesse a cui la specialità desiderata fa riferimento.

(Uno speciale ringraziamento a B.M. per essere il nostro assistente personale per le definizioni tecniche!)

Da qui in poi i percorsi delle nostre pattuglie si sono divisi.

Pattuglia Volpi, specialità: Olimpionica. Per ottenere la specialità di pattuglia ognuno dei componenti della ptg Volpi ha dovuto ottenere una specialità con il bordino verde, poi durante il campo invernale alla pattuglia  è stata assegnata una missione: dovevano  esplorare un  territorio collinare e percorrere un  sentiero che attraversava  una vecchia miniera; le Volpi hanno poi  realizzato una presentazione nella quale hanno spiegato nel dettaglio i particolari scoperti durante la loro camminata; infine  hanno inviato il lavoro al Commissario regionale per ottenere la specialità di pattuglia.

Pattuglia Pantere, specialità: Cooperazione scout. Ognuna delle componenti della pattuglia pantere ha dovuto ottenere una specialità con il bordino rosso, successivamente come missione le Pantere hanno svolto un piccolo servizio di manutenzione del verde presso un Bed&breakfast. In primavera hanno poi organizzato un’impresa: si sono recate a Venezia e hanno pernottato presso una sede scout.

Pattuglia Aquile, specialità: Tecnologia e ambiente. Per realizzare questo brevetto tutte noi dovevamo ottenere tutte una specialità con il bordino blu, durante una missione di pattuglia abbiamo scattato delle foto con le quali abbiamo creato un video che successivamente abbiamo mandato al Commissario regionale. La nostra impresa, infine, ci ha portate al lago di Garda, arrivate qui abbiamo pernottato in una sede scout.

Pattuglia Gheppi, specialità: Astuzia al campo. Per ottenere il brevetto di pattuglia ogni componente doveva avere almeno una specialità con bordo di colore giallo. Alla missione del campo invernale i Gheppi hanno svolto alcuni esperimenti scientifici curiosi, mentre in impresa sono andati in un terrazzamento situato a Valstagna, lì hanno montato le tende, cucinato e pernottato. Il giorno seguente hanno costruito un sotto campo.

Comunque, dopo tutto queste prove la buona notizia è che non solo ognuna delle pattuglie è riuscita ad ottenere il brevetto della Specialità di ptg, ma, tutte insieme sono state in grado di ricevere il Brevetto di reparto!!

ED È DAVVERO FOLLE PENSARE CHE TUTTO QUESTO SIA PARTITO DA UN IMPEGNO INDIVIDUALE PER POI TRASFORMARSI IN UN UNICO GRANDE RISULTATO.

 Alberta e Ottavia